Punto di biforcazione della coscienza

prigogine

La condizione umana è ad un bivio, ad un punto di biforcazione della coscienza e della consapevolezza: possiamo renderci conto di tutto il nostro potenziale creativo e intraprendere una strada verso un salto qualitativo oppure regredire e ricadere nelle costrizioni e nei meccanismi della coscienza inferiore, negli automatismi e nei comportamenti usuali dove non c’è libertà.

Gli scienziati stanno riflettendo sulle teorie di Prigogine, che prese il premio nobel per le sue scoperte sulle strutture dissipative, e che fece una lunga riflessione su un’apparente contraddizione tra due leggi naturali, anche molto evidenti per chi non è un fisico:

1_La seconda legge della termodinamica dichiara che il grado di disordine, di caos, di casualità nell’universo che è definto “entropia”, cresce costantemente.

2_La vita si evolve verso strutture sempre più complesse, ordinate e sempre meno casuali

Fu così che Prigogine fu indotto e definire i cosiddetti sistemi aperti, cioè sistemi che hanno la capacità scambiare di energia (e materia) con il loro ambiente. Qualsiasi sistema vivente, da un fiore all’uomo può essere definito un sistema aperto. Un fiore cresce, si sviluppa, la sua organizzazione si arricchisce, come una società si struttura, un economia evolve, un essere umano si evolve attraverso continui scambi a vari livelli con il suo ambiente.

I sistemi aperti sono in grado di evolvere e svilupparsi oltre che di mantenere la loro struttura, e crescere verso sistemi sempre più complessi, perchè hanno la capacità di dissipare entropia nell’ambiente. In questo modo la quantità di entropia nell’ambiente cresce (rispettando la II legge della termodinamica) mentre questi sistemi mantengono la loro struttura e anzi evolvono proprio a spese dell’ambiente. E perché ciò accada i sistemi aperti devono possedere qualità come la flessibilità, la fluidità e la capacità di adattarsi alle fluttuazioni dell’ambiente.

Ma anche la capacità di adattamento ha i suoi limiti! Esiste una soglia di adattabilità oltre la quale il sistema non è più in grado di adattarsi, cioè di dissipare la loro entropia per mantenere la loro struttura in equilibrio e crescere. Questo limite dipende dalla complessità del sistema, dal suo grado di evoluzione e dalla flessibilità della sua organizzazione interna.

Quando viene superato questo limite di adattamento, il sistema al suo interno diventa caotico e instabile e quindi imprevedibile nelle sue reazioni e come dice Prigogine giunge ad un punto di biforcazione:

–    può collassare e dissolversi nell’ambiente

–    ri-organizzarsi ad un livello superiore

La cosa sorprendente è che questa nuova ri-organizzazione non ha niente a che vedere con l’organizzazione precedente, e non ne costituisce un miglioramento o una continuazione dotata di maggior adattamento. E’ un salto quantico. Le strutture dissipative periodiche non lineari sono soggette a questa biforcazione.

Questo processo si ripete miglioni di volte ogni minuto nelle nostre cellule, presiede l’evoluzione di tutti i regni della natura, dei pianeti, delle galassie come nella nostra coscienza di esseri umani.

Questo discorso ha forti analogie con la situazione che da alcuni decenni caratterizza  il nostro ambiente umano, sociale, politico, informatico. Tutto procede sempre più velocemente, le pressioni sociali aumentano, le relazioni più strette si indeboliscono (la morte del prossimo), le famiglie scoppiano, il lavoro diventa sempre più esigente o raro, esiste una competizione sfrenata, una corsa eccessiva al denaro, al piacere, al potere e l’essere umano sta raggiungendo un livello di stress insopportabile. Non esiste più l’equilibrio che caratterizzava la vita dei nostri avi. Il pianeta intero si trova in una situazione di grande stress ed e grave squilibrio.

Anche se questo non è evidente a tutti. Molti continuano ad organizzare la loro vita ancora in base alle leggi del vecchio mondo, come se tutto fosse destinato a durare come prima. I giovani se la cavano attingendo risorse di vitalità, ma i meno giovani si affannano sempre di più e altri crollano: infarti, depressioni, disperazione.

C’è un gran numero di persone, sufficientemente consapevoli, che iniziano a porsi una serie di problemi e altri che hanno già iniziato un percorso, un viaggio, una ricerca interiore. E anche su questo fronte le cose non sono facili. Addirittura la ricerca interiore sembra renderci ancora più sensibili, causando una maggior quantità di disturbi a livello fisico (dolori, disturbi alimentari, intolleranze), a livello emozionale (ipersensibilità) o mentale (messa in discussione di tutto)  e stress di ogni genere. Questi non sono segni di mancanza di crescita, oppure sintomi che annunciano di essere fuori strada, ma anzi segnali di quel caos interiore necessario perché avvenga una grande trasformazione. I mistici hanno addirittura parlato della notte buia dell’anima.

Inoltre quando si prendono delle “decisioni evolutive” secondo voi le strutture inferiori della coscienza vi lasceranno in pace? O si opporranno con forza al cambiamento? Siamo molto lontani da quegli atteggiamenti semplicistici del movimento new age nel quale più si lavora su di se e più ci si sentirà felici subito, a proprio agio, raggianti, pieni di amore.

Nel salto quantico, un elettrone, per lasciare la sua abituale orbita verso un’altra, deve accumulare una grande quantità di energia per aumentare in modo enorme la sua velocità. Solo così sarà possibile l’espulsione dall’orbita. Quando avrà raggiunto la nuova orbita l’elettrone non tornerà a quella precedente e la sua realtà sarà completamente nuova e definitivamente diversa.

La stessa cosa avviene per il salto quantico della coscienza (quello richiesto oggi). Non è sufficiente qualche seminario per “cambiare orbita”. Per questo occorre un enorme quantità di energia. E una volontà sovraumana, come un ardente desiderio di passare ad un’altra realtà.

Bisogna essere pronti a sacrificare tutto per la nostra liberazione. Ad un certo punto, l’energia accumulata in noi, può diventare talmente grande da farci fare un balzo e proiettarci verso l’orbita successiva, dove la realtà non ha più nulla a che vedere con quella che abbiamo conosciuto prima. Ma occorre energia e per un essere umano questa energia può solo venire da una potente intenzione (volontà), con cui spesso egli è in grado di entrare in contatto solo a causa della sua sofferenza e della sua disperazione (ogni nevrotico è un potenziale rivoluzionario come dice Fromm). Come sappiamo è poco prima dell’alba che la notte è più nera.

Il salto quantico di cui stiamo parlando non è un processo dolce e delicato, ma può essere terrificante. E’ arrivati in fondo all’abisso che si arriva al punto di biforcazione dove può accadere qualcosa di incredibile e indescrivibile. Potremmo chiamarla grazia ma ciò che avviene va ben oltre il concepibile. Il caos è necessario e tutto il processo va onorato perché fa parte del percorso evolutivo. Un mondo completamente nuovo è alle porte e tutte le tradizioni spirituali hanno menzionato e insegnato l’accesso a questo livello di coscienza.

Siamo alle soglie di un mondo completamente nuovo. Possiamo avere accesso ad un nuovo circuito della coscienza.

 

Annie Marquier, Usare il cervello del cuore, Amrita Edizioni, cap. VI