Ridere di cuore: il potere terapeutico della risata

gianni_ferrario

La cultura popolare ha sempre detto che “il riso fa buon sangue” e oggi la scienza sta dimostrando che il sorriso ed il buon umore stimolano la produzione di endorfine, il cosiddetto “ormone del benessere” capace di rinforzare il sistema immunitario.

In questo libro l’autore tratta i vari aspetti del fenomeno della risata,  per poi descrivere i benefici sul soma e sulla psiche e le varie tecniche per ri-imparare a ridere e stare meglio. Un cuore capace di ridere è un cuore allenato a vedere le cose più profonde della vita. Le ultime scoperte delle neuroscienze e della fisica quantistica rivelano quanto sia importante l’apertura del cuore per un cambiamento di energia che favorisca una evoluzione umana più armoniosa e felice.

Un potere, quello del riso, rigenerante e unificante descritto potentemente nelle Sacre Scritture dove la saggezza dice di essere stata fianco a fianco a Dio durante i momenti emozionanti della creazione: “E io fui le allegrie giorno per giorno, ridendo a Lui davanti in ogni punto, ridendo nel mondo sulla terra” (Libro dei Proverbi  8, 30-31).

E’ solo comprendendo le origini profonde del fenomeno della risata e dello spirito di humor che noi riprenderemo veramente a ridere di cuore.

 

I tre monaci cinesi che ridono a crepapelle

Ecco la storia di tre monaci cinesi. I loro nomi non vengono ricordati, perché non li rivelarono mai a nessuno. Per cui in Cina sono conosciuti semplicemente come i tre monaci che ridono.  Non facevano altro che ridere: entravano in un villaggio, si mettevano in mezzo alla piazza, e iniziavano a ridere. Pian piano altre persone venivano coinvolte da quella risata, finché si formava una piccola folla, e il semplice guardare quelle persone faceva scoppiare a ridere tutti i presenti. Alla fine tutti gli abitanti venivano coinvolti. A quel punto i tre monaci si spostavano in un altro villaggio.

La risata era la loro unica predica, il solo messaggio. Non insegnavano nulla, si limitavano a creare quella situazione.  Erano amati e rispettati in tutta la Cina: nessuno aveva mai fatto sermoni simili. Essi comunicavano che la vita dovrebbe essere solo e unicamente una risata. E non ridevano di qualcosa in particolare. Si limitavano a ridere, come se avessero scoperto lo scherzo cosmico.  Quei monaci diffusero gioia infinita in tutta la Cina, senza usare una sola parola. Con il tempo invecchiarono. E in un villaggio uno di loro morì.

Prima di morire aveva detto ai suoi amici: “Ho riso tanto nella mia vita, che nessuna impurità si è mai accumulata vicino a me. Non ho raccolto polvere: la risata è sempre giovane e fresca. Per cui, non mi lavate e non cambiatemi le vesti”. Per rispetto, non gli cambiarono l’abito. E quando il corpo fu messo sulla pira, all’improvviso si accorsero che nei vestiti aveva nascosto dei fuochi artificiali! Pum, pum, pam! L’intero villaggio si mise a ridere, e quei due monaci dissero: “Furfante! Ti sei fatta l’ultima risata!”

La risata, lo humor, l’autoironia, la capacità di cogliere il lato comico delle cose: ecco l’arte più preziosa da coltivare. Non per sfuggire ai problemi, non per nascondere lo sporco sotto il tappeto, ma anzi per tirarlo fuori. Per ricaricare le batterie, per non identificarsi nelle difficoltà della vita e farsene sopraffare. E anche per un altro motivo: per non prendersi troppo sul serio, per ruotare il nostro punto di vista in altre posizioni, per liberarsi da una visione asfittica della realtà.

 

Il riso fa buon sangue

L’uomo ha sempre riso, e anche di cuore, senza mai porsi tanti problemi. Ogni tanto compariva qualche bastian contrario che etichettava il riso come “segno di follia” o come”figlio del maligno”, oppure sosteneva che “il riso abbonda sulla bocca degli stolti” e la gente comune, tuttavia, considerava tali individui come guastafeste e nulla piu’.

D’altro canto la cultura popolare ha sempre detto che “il riso fa buon sangue”.

La psicologia del sorriso e’ ancora agli albori, ma ne sappiamo abbastanza per renderci conto che sorridere e’ di importanza fondamentale nella nostra vita. Sia per noi stessi che per gli altri, dovremmo sentirci in dovere di apparire felici e sorridenti, piuttosto che tristi ed abbattuti.

Tutti quanti dovremmo riscoprire in noi stessi il piacere del riso. Il riso ed il sorriso non hanno effetti collaterali dannosi e, se anche a forti dosi non riescono a curare da soli qualsiasi malattia, sono comunque in grado di sollevare l’ammalato dalle preoccupazioni e dal dolore. La risata e’ infatti un ottimo tranquillante.

Naturalmente il sorriso apporta molti altri benefici, oltre a mantenerci in buona salute. Un sorriso o una risata sono il miglior modo per rompere il ghiaccio durante una riunione, perche’ quando si ride tutti insieme, svanisce il nervosismo causato dalla presenza altrui e si allontana il senso di ostilita’ spesso presente quando si incontrano degli estranei. Un sorriso olia gli ingranaggi della vita sociale e rende qualsiasi incontro assai piu’ gradevole. Un sorriso offre amicizia: quando la gente si piace sorride. La gente teme di non essere presa sul serio se ride o sorride molto, ma oggi il piu’ grande problema non e’ quello di ridere troppo, ma troppo poco. Varie inchieste in diversi paesi del mondo dimostrano che oggi in media si ride molto meno di cinquant’anni fa. Ma il saper ridere e l’umorismo sono due delle cose che fanno girare il mondo. Il senso dell’umorismo poi e’ soprattutto la capacita’ di ridere di se stessi prima che lo faccia qualcun altro.

Molto spesso le persone che mostrano al prossimo un volto perennemente serio hanno soltanto paura, e un’espressione austera ed imperscrutabile di frequente maschera timidezza e nervosismo.

E’ soprattutto la timidezza a impedire un rapporto facile con gli altri, mentre il riso ed il sorriso sono segnali di una personalita’ generosa, estroversa e cordiale.

Sebbene queste manifestazioni siano a volte associate alla frivolezza, quando sorridiamo ed esprimiamo apertamente la nostra felicita’ a livello fisico e cerebrale si verificano mutamenti ben poco frivoli; tutto il corpo si risveglia e la mente si rischiara.

In genere si ride di piu’ con gli amici, in famiglia e con i colleghi di lavoro, dove prevale il tipo di humor che si basa sul ridere con qualcuno, dove risuonano spesso le risate di gioia, che scaturiscono dal piacere di stare insieme in allegria, le risate che ricordano le feste, il lato gioioso della nostra esistenza, il tipo di risate che fanno bene sia al corpo che alla mente e rinsaldano il capitale sociale , ovvero l’insieme dei rapporti interpersonali positivi che aumentano la fiducia e il sostegno reciproco. Molti vivono un certo stato di solitudine affettiva e non hanno famiglie o amici con cui ridere e man mano che aumenta l’eta’ molte persone ridono prevalentemente davanti a stimoli che gli arrivano da persone pagate per produrre risate: comici, registi, attori, pubblicitari, presentatori di spettacoli.

Talvolta sono gli eventi sportivi a catalizzare il bisogno di festa popolare. Ma mentre nella festa vera vincono (e si ri-creano) tutti i partecipanti, nella festa sportiva c’e’ in genere qualcuno che perde, di cui restano frustrate le aspettative in modo, tutto sommato, violento. E’ la festa al maschile, la competizione istituzionalizzata, mentre la festa autentica e la comicita’ che sempre la caratterizza, sono di genere femminile, fertile, metamorfica e creatrice di vita.

Ma andiamo a scoprire le origini della festa autentica, quella che da’ il senso alla nostra gioia di vivere. Per scoprirlo dobbiamo andare alle origini dell’uomo…..

Agli albori dell’umanita’ gli individui si sentono parte del tutto, ogni cosa rientra nell’incessante ciclo naturale, fatto di morte e di rigenerazione. Tutti gli esseri e tutte le cose fanno parte indistintamente della stessa, unica vita. Poi la societa’ comincia a organizzarsi, nascono le distinzioni sociali e la profonda unita’ primordiale si spezza. Il riso nasce e si sviluppa come tentativo di ricomporre l’unita’ frantumata e questo tentativo si esprime nella festa in cui gli esseri umani vogliono rivivere l’antica unita’. Il riso unisce tutto e tutti, scioglie ogni dogma, ogni regola, ogni ipocrisia. Nella festa tutti sono contemporaneamente attori e spettatori e ritrovando l’antica unita’ perduta, nessuno piu’ ride degli altri. Si ride di se stessi, di nuovo abbracciati nell’inseparabile tutto.

Per Francois Rabelais, grande pensatore del Rinascimento, profondo studioso e conoscitore della comicita’ medioevale, il riso e’ una liberazione dagli stati emotivi che oscurano la conoscenza della vita. Il riso testimonia una visione interiore chiara e ne fa dono. Il senso del comico e la ragione sono due attributi della natura umana. La verita’, sorridendo, si rivela all’uomo quando egli si trova in uno stato di felicita’ spensierata, in cui e’ capace di cogliere il senso comico degli avvenimenti. E’ un riso “che cerca” e “da’ speranza”. Per Rabelais il riso deve liberare la gioiosa verita’ sul mondo, prigioniero della falsita’, della paura, che genera a sua volta la seriosita’ e la violenza, che generano a loro volta la sofferenza.

Un potere, quello del riso, rigenerante e unificante descritto poeticamente in un papiro alchemico del II secolo d.c., conservato a Leida: “….appena Dio sorrise nacquero sette dei che governarono il mondo: appena scoppio’ a ridere nacque la luce….Scoppio’ a ridere una seconda volta e apparve l’acqua…Al settimo giorno che rideva apparve l’anima….”

E’ la risata quale manifestazione esteriore di una profonda gioia interiore….quella dell’atto creativo, la gioia del creare, energia primordiale.

Il riso, avendo perso nel tempo la sua forma gioiosa primordiale, tende a esprimersi come riso di scherno. Cosi’, se il riso gioioso e’ un lubrificante sociale che avvicina, accomuna, rifonda la societa’, il riso di scherno  (satirico) e’ un abrasivo sociale, un atto di correzione collettiva.

Molti segnali indicano che la risata risanante, quella di cuore, quella che viene direttamente dall’anima, oggi sembra riaffiorare nel desiderio collettivo della nostra civilta’ occidentale, prigioniera della sua ricerca affannosa di mantenere il suo benessere materiale, che porta all’egoismo, alla diffidenza, alla solitudine, alla sterilita’, sia in senso stretto (calo delle nascite, sviluppo di nevrosi e malattie psicosomatiche), sia in senso figurato (scarsa presenza della gioia e della risata nella vita quotidiana). Tutto questo ha poco a che fare con la soddisfazione e la felicita’.  Pensiamo invece a quella strana serenita’ di fondo dei popoli non ricchi, che amano sorridere spesso, hanno un rapporto di naturale fisicita’ reciproca e sono dotati del gusto di prendere la vita come viene e riderne con semplicita’.

I popoli “benestanti” hanno oggi bisogno di ilarita’ allo stesso modo di 50 anni fa, anzi in misura ancora superiore, in quanto l’aumento di stress ha aumentato la voglia di risate.

“Il riso fa buon sangue” si e’ sempre detto…ma oggi la scienza ne ha sostanziato la veridicita’.

Lo scoppio di risata e’ un vero scossone, un potentissimo starnuto mentale che puo’ mettere in moto i misteriosi canali dell’autoguarigione: complessi meccanismi di comunicazione diretta tra il sistema immunitario e il sistema nervoso, che rafforzando le nostre naturali difese, sono in grado di farci star bene. In questo senso allora….ridere e’ una cosa molto seria !

Quando una persona ride aziona un meccanismo complesso che coinvolge e mette in comunicazione tra loro la sfera biologica, emotiva, corporea con quella intellettuale, spirituale, energetica. E’ difficile rintracciare altre azioni altrettanto complete e complesse: si tratta di un irrinunciabile atteggiamento umano.

 

L’ottimismo responsabile

Tutte le nostre paure non sono naturali e invincibili, ma frutto di condizionamenti della nostra mente e di comportamenti acquisiti nel tempo che possono e devono essere eliminati.

Tra le tecniche molto potenti che ci aiutano a prendere coscienza di queste dinamiche, ad eliminare atteggiamenti ed emozioni negative ed a migliorare le nostre performances,  vi sono quelle basate sulle visualizzazioni, tecniche usate da alcuni medici e terapeuti per curare i loro pazienti, che personalmente utilizzo per indurre un cambiamento nel modo di percepire la realta’ e se stessi.

Ecco, per esempio, una tecnica molto efficace: dopo aver eseguito alcuni esercizi di concentrazione per abbassare le onde cerebrali, si visualizzano, sullo schermo dei nostri occhi tenuti chiusi, delle scene di vita vissuta, come fossero un film che rappresenta una situazione in cui non ci siamo affatto piaciuti , in cui siamo rimasti un po’ delusi di noi stessi. Questa scena negativa la strappo e la sostituisco con un’altra che mi rappresenta nella stessa situazione, in cui pero’ me la cavo egregiamente. Se noi ripetiamo per almeno tre settimane, tutti i giorni, due volte al giorno, questo esercizio, possiamo ottenere un ribaltamento di tendenza, un miglioramento in alcuni aspetti del nostro carattere.

In modo particolare gli esercizi di rilassamento e le pratiche meditative associati a momenti di pace e di silenzio nel corso della giornata, sono strumenti preziosissimi che possono veramente cambiare la nostra vita e metterci in contatto con “mondi infiniti”; richiedono motivazione, determinazione e una grande costanza nel tempo. Quante volte, nella mia esperienza personale, mi e’ capitato di avere un problema da affrontare e di sentirmi impotente a risolverlo; dopo mezz’ora di meditazione profonda che ti calma e nello stesso tempo ti ricarica, il problema lo vedi gia’ in maniera diversa e riesci piu’ facilmente ad accedere al magazzino delle soluzioni e delle risorse che non vedevi e che invece erano li’ a portata di mano. Se si e’ “contratti” non si riesce a comunicare con l’”universo” dentro di noi e circostante a noi e la nostra creativita’ si impoverisce. L’”universo”? Ma quale “universo”!? Che sia quello che Dante chiama con sintesi poetica “L’Amor che move il sole e l’altre stelle”?

Se imparassimo semplicemente a ridere di piu’, le nostre paure comincerebbero a diminuire gradualmente e si aprirebbe la porta anche alla calma ed alla serenita’ interiore.

Il riso e’ un’arma potente contro la paura ed e’ propedeutica alla meditazione in quanto e’ esso stesso, in un certo senso, una forma di meditazione. Il riso infatti ci apre al nostro vero se’ e al mondo, oltre a bloccare momentaneamente il continuo chiacchiericcio dei nostri pensieri e distrazioni. Tanto e’ vero che dopo una risata di cuore ci sentiamo bene, appagati, liberati, con una visione degli ostacoli meno drammatica…..in fondo non succede proprio niente!…..non casca il mondo!….forse erano piu’ fantasmi che altro….

Paura un giorno busso’ alla porta.  Coraggio ando’ ad aprire….  ma non c’era nessuno.

Al  noto invito di Sant’Agostino “ama e fai quello che vuoi” , affiancherei volentieri quello piu’ specifico di “ama e ridi”.

Canta che ti passa! Ridi che ti passa!  sono detti popolari vecchi come il mondo, ma sempre efficaci nella loro semplice verita’. Sono in fondo un modo per darsi coraggio nei momenti di passaggio; quando il sole e’ calato, sul fare dell’imbrunire ci sentiamo piu’ vulnerabili, piu’ piccoli, piu’ soli e abbiamo bisogno di scaldarci, di stare insieme, di scambiarci le confidenze, sapendo che poi il buio della notte porta con se’, insieme al sonno, anche un ingigantimento dei nostri problemi.

Ma e’ solo un passaggio….con le prime luci i timori gia’ si smorzano, per poi svanire quasi completamente con la prima grande risata della natura: il sorgere del sole.

E’ una questione di applicazione! La risata con l’allegria che si porta dietro e’ un grande farmaco, un “anti-infiammatorio” naturale che riduce e sgonfia i nostri momenti di paura, disperazione, rabbia, fino alla completa guarigione; ed e’ anche una cura piacevole e divertente….senza neppure pagare il ticket in farmacia.

Dio sorride al saggio e il saggio lo ricambia.

L’effetto terapeutico del riso va al di la’ della logica, della giustizia e di tutti gli aspetti seri della vita; aiuta a trovare la verita’, che in fondo e’ soltanto questa: niente e’ poi cosi’ “importante”, come a volte appare. C’e’ spesso un’illusione ottica che la risata aiuta a smascherare. A ogni giorno basta il suo peso….Ma noi ci ostiniamo a portare il peso dei giorni passati e anche di quelli futuri. Ma cosi’ facendo ci trasciniamo faticosamente lungo un cammino penoso.

Questo della pesantezza esistenziale e’ un tema che personalmente mi sta molto a cuore, tanto che ho messo in piedi una performance dal titolo “La leggerezza”, che faccio eseguire al pubblico nei miei workshop-spettacolo, che aiuta a liberarsi dei fardelli inutili attraverso un gioco molto colorato e divertente a ritmo di musica incalzante, in cui viene fuori il nostro fanciullo interiore; ….questo e’ un esempio di visualizzazione ad occhi aperti.

Chi ha paura non riesce a ridere, ma una volta imparato a farlo, trionfa su se stesso e sulla propria malattia (nei capitoli successivi racconto meglio come funziona la terapia della risata a livello clinico). Se si e’ costretti a rimanere in ospedale, si puo’ benissimo fare di tutto per stare allegri e rinfrancare i propri compagni di sventura; la tristezza infatti non abbrevia la degenza, e anzi, potrebbe allungarla. E’ sempre possibile trovare il lato buono della vita e diventa piu’ facile quando si capisce l’importanza del riso.

Chi e’ incapace di ridere e’ incapace di rilassarsi e il rilassamento puo’ trasformare le emozioni negative in emozioni positive.

Spesso si chiede alla gente di usare la forza di volonta’ per scacciare la paura, ma e’ poco probabile che cio’ avvenga. Servirsi della forza di volonta’ significherebbe soltanto dominare la paura e non liberarsene.

Gianni Ferrario

www.terapiadellarisata.it

 

Gianni Ferrario, Ridere di cuore. Il potere terapeutico della risata, II Edizione, Tecniche Nuove, 2012