Abbiamo lasciato indietro la nostra anima

sherpa

Alle pendici dell’Himalaya, un gruppo di scienziati e ricercatori occidentali stava faticosamente risalendo le pareti scoscese della montagna più alta del mondo, per poter creare, da qualche parte lassù, un osservatorio per ricerche geologiche. Al seguito di questi scienziati vi era un gruppo di sherpa che, carichi di tutto il materiale, senza troppa fatica e con l’abilità di chi è nato in quei luoghi impervi, seguiva il passo degli occidentali.

Ad un tratto, però, gli sherpa si fermarono, e a nulla servirono le domande, gli inviti, le richieste, le urla degli scienziati affinché si ripartisse. Dopo mezz’ora di estenuanti attese, gli sherpa, alzandosi in piedi, ripartirono come nulla fosse stato, davanti agli occhi attoniti degli scienziati. Arrivati a destinazione, un ricercatore chiese ad uno sherpa il perché di quella sosta. Egli rispose: “Avevamo fatto tutto così di fretta… non ci eravamo accorti di quanto fossero rimaste indietro le nostre Anime. Così ci siamo seduti per aspettarle”.