Progetto di comunicazione consapevole per le scuole superiori

arianna_ruffinengo

Oggi emerge sempre di più una frammentazione delle conoscenze, una divisione nei rapporti con i propri simili,  uno spinto individualismo. La capacità di immedesimarsi nell’altro ovvero lempatia, appare ora al tramonto, mentre, proprio i nuovi mezzi tecnologici, rendono sempre più stretto il mondo stesso, portando le immagini della sofferenza ogni giorno nelle nostre case.

Ciò ci allontana dai nostri simili verso i quali siamo legati e ci porta inevitabilmente a vivere sentimenti di insoddisfazione che spesso possono portarci a esprimerci con comportamenti di violenza (in primis verso compagni, amici e famigliari). Alla base di questa nuova condizione emergono infatti molti dei problemi che si riscontrano nelle giovani generazioni soprattutto nei paesi occidentali. Nelle circostanze in cui un essere umano non si sente “connesso” agli altri, può con facilità sperimentare sfiducia e nichilismo.

Umberto Galimberti, in un recente libro, ha dato un nome al disagio giovanile: “l’ospite inquietante”, il nichilismo. In assenza di una prospettiva futura, molti giovani, incapaci di rinviare la gratificazione, si abbandonano alle vie facili: alcol, droga, sesso, notti in discoteca, disimpegno, bullismo, razzismo, prepotenza o depressione, fanno da contraltare alla mancanza di senso, di autostima, di progettualità.

In una recente ricerca Europea gli psichiatri M. Benasayag e G. Schmit hanno analizzato le ricadute dell’apatia sui giovani. Essi si sono accorti che per gran parte delle persone esaminate, le sofferenze non avevano una vera e propria origine psicologica, ma riflettevano la tristezza diffusa che caratterizza la nostra società contemporanea, che risulta dovuta ad un generale sentimento di separazione dagli altri.

In queste condizioni l’empatia, ovvero la capacità più importante per un essere umano risulta così atrofizzata, per risultare oggi sempre più una funzione accessoria alla vita quotidiana.

Quando l’empatia diventa aspetto marginale alla vita degli uomini, si perde la visione ottimistica e la volontà a prendersi cura di sé, dei propri progetti, ma anche dei bisogni degli altri.

La parola africana Ubuntu esprime il concetto di unione e colleganza profonda “non espressamente visibile”, che esiste tra tutti gli esseri viventi. Il progetto “Ubuntu scuola” è stato realizzato in collaborazione con l’I.S.I.S. “J. M. Keynes” di Gazzada ed ENAIP Varese all’interno del percorso Learning Week voluto e finanziato dalla Regione Lombardia.

È stato un momento formativo attraverso cui il dialogo e la sperimentazione dell’empatia hanno avuto luogo all’interno della scuola accanto alle attività annuali didatticamente previste attraverso uno spazio che ha potuto condurre alla scoperta e comprensione dei propri processi psicologici che spesso ostacolano la nascita e il mantenimento delle buone relazioni con il prossimo.

Descrizione

Il progetto ha voluto essere un laboratorio e un momento formativo attraverso cui il dialogo e la sperimentazione dell’empatia possono avere luogo all’interno della scuola, e lo fa cercando di proporre nel corso delle attività un’educazione volta alla scoperta e comprensione dei propri processi psicologici che spesso ostacolano la nascita e il mantenimento delle buone relazioni con gli altri.

Il dialogo, come afferma anche il filosofo e teologo R. Panikar è lo strumento fondamentale attraverso i quali gli interlocutori accolti in uno spazio di accettazione e rispetto reciproco diventano consapevoli non solo dei propri sentimenti e bisogni,  desideri spesso inespressi, ma anche dei propri pregiudizi, miti e barriere comunicative che inconsapevolmente agiscono facendo perdurare stati di confusione e violenza, senza spesso capirne direttamente il perché.

È attraverso la sperimentazione del dialogo e dell’empatia che possiamo riallacciare i fili sparsi con i nostri simili, recuperare una visione d’insieme che mette al centro i valori intrinseci dell’uomo che ci uniscono, anziché le pretese, e i giudizi che ci dividono. Del dialogo abbiamo bisogno a tutti i livelli, anche se dall’osservazione della vita quotidiana è sempre più evidente che tutto questo non è ancora sufficientemente presente nella nostra società. C’è bisogno di sviluppare una nuova abitudine relazionale a partire dalla scuola primaria e secondaria in modo che ciò diventi una seconda e sempre più feconda natura.

Finalita’ ed obiettivi

Il progetto ha avuto come finalità quella di creare un contesto dove i ragazzi possano sperimentare per alcuni giorni dialogo e armonia nelle relazioni attraverso i seguenti obiettivi

  • L’ Empatia nell’ascolto di sé e degli altri;
  • Il Dialogo, utilizzando l’intelligenza emotiva fermando, momentaneamente  giudizi, lamentele e pretese verso i nostri interlocutori;
  • La Condivisione profonda attraverso uno scambio partecipato che stimoli la comprensione del punto di osservazione altrui (tecnica del cambio delle posizioni percettive, analisi della mappa altrui).

Caratteristica peculiare del progetto è quella di creare le condizioni educative per far sperimentare direttamente e in prima persona ai partecipanti cosa accade dentro di loro e fuori di loro quando le relazioni che agiscono sono improntate al rispetto e all’ascolto profondo, in modo che possano apprezzarne il valore aggiunto ed essere stimolati ad agire come “Attori” nella costruzione e ri-costruzione dei propri processi relazionali presenti e futuri.

È su queste basi relazionali che l’apprendimento di nuove conoscenze in aula (teorie e modelli) e discipline (espressività corporea e creatività) è stato un prezioso alimento che ha favorito la crescita non solo cognitiva o professionale, ma in primo luogo personale.

Il progetto è stato progettato e realizzato dai seguenti formatori:

Marta Cerutti, Master PNL Umanistica Integrata
Andrea Farioli, Formatore, Trainer di PNL Umanistica Integrata
Paolo Galeazzi, Insegnante I.S.I.S. “J. M. Keynes” di Gazzada
Massimiliano Massaro, Psicologo del lavoro e master PNL Umanistica integrata
Gianluca Minella, Formatore e facilitatore, Master PNL Umanistica Integrata
Arianna Ruffinengo, Art Coach
 

ed è stato condotto scon 30 giovani della quinta superiore, che si sono messi in gioco con coraggio e tanta buona volontà. Ora alcuni di loro lavorano in un’azienda informatica, altri si sono iscritti all’università, c’è anche chi lavora in un supermercato vicino a casa mia. Di alcuni ho perso le tracce, con altri sono in collegamento su Facebook. Quasi tutti mi dicono: “è stata un’esperienza mitica, ci siamo proprio divertiti tanto e quelle giornate ci sono rimaste nel cuore perché abbiamo contattato, dentro di noi, qualcosa di diverso, di vero, che non avevamo ancora conosciuto. Grazie a tutti voi!

Gianluca Minella