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L’Ombra junghiana: integrare ciò che rifiutiamo di noi stessi

  • Immagine del redattore: Gianluca  Minella
    Gianluca Minella
  • 12 nov
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 3 giorni fa

C’è una parte di noi che non amiamo guardare. Si nasconde dietro le nostre reazioni impulsive, le antipatie improvvise, la vergogna o il senso di colpa. È una zona grigia, ma viva. Jung la chiamava Ombra.


“Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia.”, Carl Gustav Jung


L’Ombra non è solo ciò che è “negativo”: contiene anche le potenzialità, i talenti e le emozioni che abbiamo imparato a reprimere. Conoscerla significa smettere di combattere contro noi stessi.


Cos’è l’Ombra secondo Jung (Ombra junghiana)


L'ombra junghiana non è semplicemente il "rimosso" freudiano.


Freud parla di rimosso all’interno della sua teoria dell’inconscio dinamico: ciò che la coscienza espelle perché inaccettabile, doloroso o conflittuale.


Jung, pur partendo dallo stesso concetto, amplia la prospettiva e introduce l’idea di Ombra come parte costitutiva della psiche, non solo come deposito di contenuti rimossi.


L’Ombra junghiana comprende tutto ciò che la coscienza non riconosce di sé, anche aspetti positivi: sensibilità e creatività no espresse, impulsi vitali, talenti, aspirazioni.


È personale, ma affonda le radici anche nell’inconscio collettivo, nella dimensione transpersonale e archetipica della psiche.


Per Jung l’Ombra rappresenta tutto ciò che la coscienza rifiuta di riconoscere come proprio ma anche ciò che non è ancora in grado di riconoscere come proprio, il lato non ancora esplorato della propria psiche.


È la parte rimossa della personalità, il “lato nascosto", oscuro, non in luce.


“L’Ombra è quella cosa che una persona non vuole essere.”


Ma ciò che non riconosciamo non scompare: agisce nell’inconscio, orientando comportamenti, sogni e relazioni.


Quando ci irrita qualcosa in un’altra persona, spesso è un frammento della nostra Ombra che parla. Riconoscerla non è un segno di debolezza, ma di maturità psichica.


Per Freud, la guarigione è ricordare e rielaborare il rimosso. Per Jung, è riconoscere e integrare l’Ombra: un processo di trasformazione più che di semplice consapevolezza.

L’obiettivo non è abbracciare la totalità, luce e oscurità insieme.


Come si manifesta nella vita quotidiana


L’Ombra non ha bisogno di essere evocata: è già all’opera.


Si mostra nei giudizi eccessivi, nelle gelosie, negli automatismi emotivi, nei lapsus, nei sogni ricorrenti come nelle fascinazioni e nelle passioni improvvise. Per esempio:


  • Quando ci infastidisce qualcuno “senza motivo”, forse sta mostrando un tratto che abbiamo represso;

  • Quando reagiamo in modo sproporzionato, l’Ombra sta cercando di essere ascoltata;

  • Quando idealizziamo o demonizziamo qualcuno, è probabile che una parte di noi stia proiettando un contenuto inconscio.


Come dice Jung “riconoscere l’Ombra è un compito morale che richiede l’intera energia della coscienza.” 


studio di psicologia Castelletto Sopra Ticino

L’incontro con l’Ombra: crisi o occasione?


Ogni crisi personale è, in un certo senso, un incontro con l’Ombra. Può manifestarsi come ansia, rabbia, stanchezza, perdita di senso.


In realtà, l’Ombra non vuole distruggerci: vuole completarci.


Nella pratica psicoterapeutica, l’incontro con l’Ombra diventa un passaggio di trasformazione: quando il paziente inizia a nominare ciò che teme, l’energia trattenuta in quella parte può tornare a fluire. Come afferma Jung:


“Non si diventa illuminati immaginando figure di luce, ma rendendo cosciente l’oscurità.” 


Integrare, non eliminare


Il lavoro sull’Ombra non mira a “purificarsi” o a diventare "buoni", “migliori”.


Mira a riconoscere e integrare. Ogni volta che accogliamo un frammento rifiutato, diventiamo più interi e completi.


Pratiche utili per iniziare questo dialogo interiore:


  1. Osservare le reazioni emotive senza giudizio;

  2. Annotare i sogni e i simboli ricorrenti;

  3. Riconoscere ciò che ci irrita negli altri come possibile specchio;

  4. Trovare uno spazio terapeutico dove poter esplorare queste dinamiche senza paura.


Jung ci ricorda che "accettare se stessi è il compito più terribile che l’essere umano possa affrontare.”


L’Ombra come fonte di creatività e autenticità


Molte forme di creatività, intuizione e coraggio nascono proprio da lì, da ciò che abbiamo tenuto nascosto. Artisti, scrittori e terapeuti sanno che l’Ombra è anche una fonte di vitalità.


La trasformazione avviene quando la luce della consapevolezza la incontra senza volerla cancellare. Jung ci rammenta che “l’oro è nascosto nella melma.”


Imparare a vivere con la propria Ombra significa fare pace con la complessità.


Non esistono parti di noi da eliminare, ma solo aspetti da comprendere, includere e trasformare.


L’Ombra non è il nostro nemico, ma il nostro fratello oscuro, è la via verso la nostra interezza e integrità.


Gianluca Minella, psicologo e psicoterapeuta ad orientamento analitico


Ricevo su appuntamento presso lo Studio di Psicologia a Castelletto Sopra Ticino, facilmente raggiungibile da Arona, Sesto Calende e altre zone del Lago Maggiore.


Per approfondimenti puoi leggere il mio articolo sul Blog:




Studio di Psicologia a Castelletto Sopra Ticino (NO) zona Lago Maggiore in ITALIA

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