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Gli archetipi junghiani: storie interiori che ci abitano

  • Immagine del redattore: Gianluca  Minella
    Gianluca Minella
  • 2 nov
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 3 giorni fa

Ci sono momenti in cui agiamo d’impulso, mossi da qualcosa che sembra più grande di noi.

Un coraggio improvviso. Una paura inaspettata. Una fascinazione magnetica verso qualcuno, una passione che ci travolge, un interesse profondo verso qualcosa.


Carl Gustav Jung scriveva:


“L’uomo crede di possedere la propria psiche, ma è la psiche che possiede l’uomo.”


Dentro di noi vivono trame, storie antiche, personaggi interiori che ci possono ispirare, guidare, sostenere ma anche confondere, possedere, travolgere.


La nostra psiche ha radici e matrici matrici e radici profonde.


Cosa sono gli archetipi junghiani?


Gli archetipi sono strutture primordiali della psiche umana. Non li vediamo direttamente, ma emergono attraverso simboli, sogni, miti, riti, arte e comportamenti della vita quotidiana. Sono“gli universali che ci determinano”.


Jung ne parlava come di “immagini universali che esistono da tempi immemorabili" e scriveva:


”[...] c'è qualcosa di profondo che si agita in noi, e non solo in noi [...] Ciò che in noi si agita sono quei lontani sfondi, quelle antichissime forme dello spirito umano che noi non abbiamo acquisite, ma ereditate da nebulosi tempi preistorici”


Se l’inconscio fosse un teatro, gli archetipi sarebbero gli attori che attendono di entrare in scena quando la vita lo richiede. Ma sarebbero anche la sceneggiatura, il palcoscenico, le narrazioni che vengono messe in scena e tutto questo insieme. L'inconscio nel pensiero junghiano assume una valenza topica più ampia rispetto a quella psicoanalitica classica, in quanto è sedimento stratificato delle strutture e delle forme prodotte dallo spirito dell’umanità nella sua esperienza su questa terra: 


"Ciò che è senz'altro comprensibile se ci si rende conto che l'inconscio, come insieme di tutti gli archetipi, è il deposito di tutte le esperienze umane fino ai più oscuri primordi, non è un deposito morto ne un desolato campo di ruderi, ma un sistema vivo e pronto a reagire, che per vie invisibili e appunto perciò attivissime regola la vita individuale [...] è in pari tempo la sorgente degli istinti, perché gli archetipi non sono altro che le forme di manifestazione degli istinti. Dalla sorgente vitale degli istinti fluisce tutto ciò che è creativo, cosicché l'inconscio non è solo condizionamento storico, ma genera in pari tempo l'impulso creatore, come la natura, che è enormemente conservatrice e nei suoi atti creatori neutralizza il proprio condizionamento storico”


Come ci ricorda Joseph Campbell è come se gli antichi nella loro esperienza di transito nella esistenza ci abbiano lasciato una mappa dell’esperienza, “dell’esperienza di essere vivi”  e questa trama è un mythologhéin, ossia una tessitura mitologica, il che vuol dire che è scritta con il logos del mito: in questo senso “la mitologia è una carta stradale interiore dell’esperienza, disegnata dalla gente che ha viaggiato”


Quattro archetipi che incontriamo ogni giorno


L’Eroe e la forza di superare prove difficili


È l’archetipo dell’impulso a farcela. Nasce nei momenti in cui ci battiamo per ciò che conta, nonostante la fatica. “Dove c’è una volontà, c’è una strada.”

Ma l’Eroe può diventare tiranno: pretende che siamo sempre vincenti, mai vulnerabili.

Nel suo lato ombra vive il perfezionismo.


Immagine di Ulisse sulla sua nave
Questo è un mosaico raffigurante un'importante scena dell'Odissea, il poema epico di Omero. L'opera mostra Ulisse (Odisseo) sulla sua nave, durante il suo lungo e avventuroso viaggio di ritorno a Itaca dopo la guerra di Troia. 


L’Ombra: ciò che nascondiamo… ma che ci potrebbe guidare


Racchiude qualità, emozioni e desideri che non riconosciamo come nostri. Gelosia, rabbia, fragilità spesso rifiutate. “L’Ombra è una parte viva della personalità e vuole essere riconosciuta.” Quando la reprimiamo, si manifesta nei sogni o nelle reazioni che non comprendiamo. Quando la integriamo, diventa energia vitale.


Anima e Animus: il ponte verso l’altro


Sono le figure interiori del femminile e del maschile dentro ognuno di noi.

Si attivano soprattutto nelle relazioni sentimentali. Jung diceva: “L’incontro di due personalità è come il contatto tra due sostanze chimiche: se c’è una reazione, entrambe si trasformano.” A volte però portano all’idealizzazione dell’altro: ci innamoriamo più di un’immagine interna che di una persona reale.


Il Vecchio Saggio: la guida che sussurra dentro di noi. È l’intuizione profonda, quella che arriva quando la mente tace. Nei sogni appare come maestro, mentore, presenza luminosa. È l’archetipo che ci invita a fidarci del nostro sentire: “La saggezza non è il prodotto dell’istruzione, ma del tentativo di una vita intera.”

Il rischio è cercarlo all’esterno, consegnando ad “autorità” il potere di decidere per noi.

È la voce che ci sussurra: “Sai già la risposta.”


Come riconoscere le loro voci?


Gli archetipi ci parlano attraverso:


• sogni significativi, con simboli intensi;

• attrazioni o avversioni improvvise verso qualcosa o qualcuno;

• momenti di crisi che richiedono trasformazione;

• storie e personaggi che ci toccano nel profondo;

• Sogni ricorrenti (eroi, figure oscure, guide…);

• Personaggi ammirati o detestati nei romanzi, nei miti, nelle fiabe o nei film;

• Relazioni intense, dove solitamente si attivano identificazioni e proiezioni;

• Crisi personali, che attivano cambiamenti interiori


Una domanda utile da porsi potrebbe essere:


“Chi sta guidando questa parte della mia vita?”


Archetipi e psicoterapia: dal sintomo al significato


Nella stanza di terapia, gli archetipi diventano mappe per orientarsi nel mondo interiore.

Ogni archetipo porta una potenzialità positiva, anche quando emerge da una difficoltà. “L’uomo ha bisogno di difficoltà: ne ha bisogno per la salute.”


Il lavoro psicologico aiuta a riconoscere questi "personaggi" nascosti e trasformarli in risorse.


Nella relazione terapeutica gli archetipi possono:


- dare senso a emozioni, conflitti interiori e sintomi;

- facilitare un dialogo con le parti più profonde della psiche

- favorire trasformazioni significative


Conclusione


Gli archetipi junghiani non sono intellettualizzazioni o fantasie astratte, ma immagini e energie vive che chiedono ascolto. Accoglierli significa smettere di giudicarci e iniziare a comprendere la storia che guida la nostra vita.


Gianluca Minella, psicologo e psicoterapeuta ad orientamento junghiano

Studio di Psicologia a Castelletto Sopra Ticino (NO) zona Lago Maggiore in ITALIA

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