Sindrome da burnout: riflessioni e attualità
- Gianluca Minella
- 19 dic 2023
- Tempo di lettura: 2 min
Il riconoscimento ufficiale dell’OMS. Dal maggio 2019 il burnout è stato riconosciuto come “sindrome” e inserito nell’ICD-11 (International Classification of Diseases), il manuale di riferimento globale per le condizioni di salute.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità lo definisce come un fenomeno occupazionale derivante da stress cronico. Non è classificato come malattia mentale, ma come condizione che nasce in relazione al contesto lavorativo.
Cos’è il burnout ? Il termine inglese burnout significa letteralmente “bruciato”, “esaurito” o “scoppiato”. È la condizione in cui la persona non riesce più ad attingere a energie fisiche e psichiche sufficienti per affrontare le richieste del proprio ambiente lavorativo.
I sintomi più frequenti includono:
esaurimento emotivo e fisico,
perdita di motivazione ed entusiasmo,
senso di inefficacia personale,
distacco cinico o disinteresse verso il lavoro e le persone.
Le cause del burnout. Le radici del burnout sono multifattoriali e spesso legate a dinamiche organizzative e culturali:
carichi eccessivi di lavoro e tempi serrati,
obiettivi irrealistici o irraggiungibili,
ruoli poco chiari o responsabilità improvvise,
assenza di supporto e riconoscimento,
iper-identificazione con il lavoro: il “non saper essere altro” che logora lentamente.
Se trascurato, il burnout può aprire la strada a disturbi depressivi o ad altre forme di sofferenza psichica.
Burnout e psicologia analitica junghiana. Nella prospettiva della psicologia analitica, il burnout può essere letto come una compensazione naturale a un’eccessiva unilateralità della psiche. Quando la persona si identifica in modo esclusivo con il proprio ruolo, l’inconscio risponde con segnali di esaurimento per ristabilire equilibrio.
La domanda chiave diventa allora:
Qual è il senso della mia stanchezza?
Cosa mi sta dicendo questa perdita di entusiasmo?
Il burnout, pur doloroso, può essere anche un messaggio trasformativo, un invito a ridimensionare l’ego e a recuperare spazi di autenticità.
Strategie di prevenzione e cura. Non esistono soluzioni rapide, ma atteggiamenti di consapevolezza che possono prevenire o ridurre il rischio:
imparare a dire di no, porre limiti realistici,
non identificarsi esclusivamente col lavoro, coltivando interessi e relazioni,
ascoltare i propri segnali corporei ed emotivi,
prendersi pause rigenerative,
ricorrere, se necessario, a un supporto psicologico per rielaborare il vissuto di logoramento.
Gianluca Minella, psicologo e psicoterapeuta ad orientamento analitico junghiano