Psicologo: i dieci pregiudizi

Anni fa l’Ordine degli psicologi della Lombardia ha ideato un breve viaggio alla scoperta dei falsi miti che circondano la figura dello Psicologo. L’OPL Lombardia ha delinato 10 pregiudizi che vorrei approfondire e commentare ulteriormente.

È stata una campagna divulgativa molto interessante perché conoscere questi pregiudizi è stato un importante passo per promuovere il benessere psicosociale e invogliare le persone a prendersi cure della proba psciche, della propria mente, della propria anima.

1 Lo Psicologo è per matti. Tutti noi in vari momenti della vita attraversiamo momenti faticosi e spesso dolorosi. La vita porta inevitabilmente con se la sofferenza, una sofferenza inevitabile e forse anche necessaria e il confronto con questa dimensione esistenziale è inevitabile. Molto spesso, in particolari momenti, siamo fragili e vulnerabili e non sempre possiamo farcela da soli. Cercare un aiuto o semplicemente un confronto può risultare di grande sollievo e può rivelarsi un comportamento di prevenzione della salute in generale e un fattore protettivo importante: in una difficoltà emotiva, una fatica relazionale come una separazione o un divorzio, in un evento stressante come una fase lavorativa delicata o la perdita del lavoro, nell’attraversare un lutto per una perdita o una crisi esistenziale del “mezzo del cammin della vita”, in un momento di forte stress o nel confrontarsi con un trauma.

Senza dimenticare che chi sta bene potrebbe stare meglio e potrebbe voler intraprendere un percorso vi evoluzione e/o miglioramento personale, un viaggio conoscitivo interiore volto a conoscere meglio se stesso, le proprie fragilità e vulnerabilità come le proprie risorse e i propri talenti.

2 Lo psicologo è per deboli. Dietro questo pregiudizio possiamo osservare una certa inclinazione, molto diffusa nel mondo contemporaneo, a credere che la forza sia tutto, l’unica nostra qualità e capacità importante. Una società egoica quale la nostra tende a premiare il successo e la forza è una delle qualità più importanti del nostro io. Tuttavia identificarsi solamente con la forza può essere di solito fuorviante e può far perdere una visione a 360° sui problemi o sull’intera esistenza. In realtà è proprio nel riconoscere i propri limiti personali e la propria condizione di fragilità che si accede alla vera forza: la forza di accettare in pieno la condizione umana che è costantemente avvolta o immersa nella precarietà e nella vulnerabilità più che nella potenza, che è più incline al fallimento che al successo a tutti costi.

Rimanere identificati nel proprio punto di vista è spesso un comportamento di grande rigidità, di mancanza di flessibilità e rivela la paura di mettersi in discussione.

Accettare un confronto franco e onesto che è in grado di promettere, quantomeno, l’imparzialità e l’assenza di giudizio, è in realtà un atto di forza e di coraggio e non di debolezza.

3 Lo Psicologo potrebbe manipolare la mia mente. Questa è davvero una grande bufala. Uno degli articoli del Codice Deontologico che regola e orienta la professione recita: “Lo psicologo rispetta l’autonomia e le credenze dei suoi pazienti, si astiene dall’imporre il suo sistema di valori e non una in modo inappropriato la sua influenza […]”. Rivolgendosi a professionisti iscritti ad un ordine professionale si è più salvaguardati sul fatto che essi abbiano compiuto un iter formativo teorico ed esperienziale adeguato e che siano costantemente aggiornati sulla loro professione.

La mia esperienza professionale personale, che mi ha portato anche ad approfondire la pratica terapeutica dell’ipnosi, mi ha insegnato che non è possibile convincere o indurre le persone ad attuare dei cambiamenti contro la loro volontà.

Esistono tecniche manipolative e/o confusive, ma qui entriamo nell’ambito dell’agire criminale a cui è quotidianamente esposto ciascuno di noi, anche noi psicologi. Ogni tanto ci capita di sentire che qualche povero anziano è stato raggirato da persone che hanno approfittato della sua fragilità, di qualche povero sprovveduto che è stato truffato da qualche promessa commerciale ardita (a me è capitato un paio di volte), di qualcuno che è stato oggetto in buona fede di inganno.

Siamo liberi e quello in cui crediamo rimane sotto il controllo della nostra volontà e delle nostre credenze.

4 Io sono fatto così. Dietro questa credenza si annidia l’insidioso presupposto che cambiare è impossibile oppure che tutti veniamo al mondo in un certo modo e così rimaniamo per tutta la vita. In realtà, come diceva già il saggio Eraclito, esiste solo una cosa nell’universo che non cambia mai: il cambiamento. Molte persone pensano sovente che nella loro vita non hanno potuto avere alternative di comportamento oppure di essere nate con un certo carattere. Senz’altro tutti veniamo al mondo con un certo temperamento, con delle possibilità, con dei “mattoni” di un certo tipo: alcuni nascono con dei mattoni di terra cruda, altri con dei mattoni di argilla, oppure di calcestruzzo o di cemento; i mattoni di alcuni sono compatti mentre altri sono forati, alcuni mattoni contengono alte percentuali di sabbia mentre altri di cemento; e poi non tutti i mattoni hanno la stessa forma e colore. Senz’altro ognuno di noi è “fatto così” ma quello che può costruire con il suo “materiale” è qualcosa di veramente unico e in questo compito, oltre ad essere completamente libero, è l’unico responsabile.

L’aiuto dello psicologo può essere molto prezioso nell’accompagnamento al faticoso ma affascinante compito di diventare noi stessi, di realizzarci pienamente.

5 Nessuno può capire il mio dolore. Gli esseri umani sono dotati di emozioni e sentimenti, di empatia e di simpatia, che consentono di entrare in connessione gli uni con gli altri, di comprendersi, di riconoscersi, di partecipare alla vita. Lo psicologo è un essere umano in grado di offrire ascolto, sostegno e partecipazione al dolore altrui. “Dai voce al dolore. Il dolore che non parla sussurra ad un cuore oppresso, ordinandoli di rompersi” afferma Shakespeare nel Macbeth. Il dolore non svanisce se non lo guardiamo, non si dissolve se non gli diamo spazio e se non lo condividiamo, ma rimane tenacemente dentro di noi corrodendo il nostro cuore, mantenendoci in uno stato costante e opprimente d’insofferenza, di fatica, di angoscia. Questo pregiudizio si fonda sulla credenza che chi non ha vissuto lo stesso problema non sarà in grado di capire. In realtà il dolore non è qualcosa può essere compreso solo con la mente, ma è qualcosa che va ascoltato, condiviso e attraversato “insieme”. Lo psicologo è formato ad ascoltare il dolore ed è dotato, come tutti, della sua esperienza umana e personale.

6 È impossibile risolvere problemi concreti solo parlando. Il linguaggio non serve solo per comunicare o per descrivere la realtà, ma è il mezzo con cui la realtà stessa è costruita e creata continuamente. Come diceva Heidegger “il linguaggio è la casa dell’Essere”. Inoltre non esiste solamente il linguaggio verbale, ma anche il linguaggio del corpo, delle emozioni e dei sentimenti. La risoluzione di un problema, per quanto concreto esso sia, necessita l’adozione di un punto di vista e l’elaborazione di una soluzione che spesso è cercata insieme e condivisa con altri in un fitto tessuto di interdipendenze reciproche. Celebre è l’aneddoto secondo il quale Pitagora riuscì a far comprendere il “famoso teorema” al suo schiavo disegnando per terra un triangolo, tracciando i quadrati sui tre lati e dopo averli riempiti di fagioli dimostrando che il numero di fagioli contenuti nel quadrato costruito sull’ipotenusa era uguale alla somma dei fagioli contenuti nei quadrati costruiti sui cateti.

Il linguaggio è in grado di veicolare immagini, simboli, metafore capaci di aprire a nuove visioni del mondo che ci circonda e a soluzioni di problemi molto concreti. Einstein fu aiutato da un sogno a trovare la quadratura della sua teoria sulla relatività.

7 La psicoterapia dura troppo. Esistono vari modi di impostare una psicoterapia che il professionista saprà confezionare sul disagio del suo paziente. Le consulenze psicologiche durano di solito qualche colloquio e hanno come scopo quello di intercettare la domanda di aiuto relativa al disagio e delineare un quadro generale prospettando alcune soluzioni come per esempio: iniziare un percorso di sostegno psicologico, iniziare un percorso di psicoterapia, individuare nei casi più gravi un eventuale consulenza psichiatrica per una terapia di sostegno farmacologica. In ogni caso la cadenza delle sedute (settimanale, bisettimanale, mensile, etc) verrà concordata con il paziente nel corso delle prime sedute. Esistono percorsi brevi di pochi mesi e percorsi lunghi che possono durare anni.

8 Lo psicologo costa troppo. Il costo dello psicologo e soprattutto di un percorso psicologico è una spesa che senz’altro è necessario affrontare come altre spese che affrontiamo della nostra vita come il tagliando dell’auto, il dentista, una ristrutturazione edilizia, una vacanza. Spesso diamo più importanza ai vestiti, alle vacanze o ad altri acquisti che ci soddisfano e di cui non possiamo fare a meno. Prendersi cura anche nel proprio benessere interiore può vuol dire fermarsi a riflettere, fare il punto della propria vita, affrontare un malessere o alcune problematiche che avevamo “spazzato sotto il tappeto”. Quando poi il disagio psicologico inizia ad interferire con altri aspetti significativi della vita come le relazioni, il lavoro e l’affettività è forse meglio affrontarlo subito piuttosto che dover poi avere a che fare con un disagio più significativo e strutturato in futuro, che potrebbe necessitare il ricorso obbligato agli psicofarmaci.

9 Perché rivolgersi ad uno psicologo quando posso parlare con un amico? La relazione amicale è molto diversa dalla relazione con un professionista formato ad accogliere la sofferenza e istruito alla comprensione delle dinamiche psichiche. Con lo psicologo possiamo aprirci in uno spazio di neutralità e in sicurezza. I colloqui con lo psicologo sono coperti dal segreto professionale come stabilisce il codice deontologico che regola e orienta la professione. Aprirsi troppo con amici e conoscenti, come rivela l’esperienza di ognuno di noi, può talvolta esporci ad imbarazzi e/o tradimenti della fiducia con conseguenze sgradevoli sulla nostra esistenza.

Lo psicologo, inoltre, non è coinvolto nelle dinamiche affettive e relazionali del paziente e questo creerà lo spazio migliore per una sana e onesta esplorazione e analisi di possibilità, le condizioni utili al cambiamento.

0 Ah, sei psicologo ?! Il decimo pregiudizio ci suggerisce l’evidenza che lo psicologo non è dotato di poteri paranormali e non è in grado di leggere telepaticamente la mente delle persone. Lo stesso vale per i sogni che lo psicologo o lo psicoterapeuta analizza o interpreta: essi acquisiscono un significato solo all’interno della narrazione del paziente, della sua storia personale e del suo destino. Lo psicologo è semmai una persona sensibile e spesso molto più vulnerabile di quello che la maggior parte delle persone potrebbero pensare.

Il suo destino personale lo ha portato all’incontro con una professione difficile, faticosa ma stimolante e affascinante con la quale si misura quotidianamente e che spesso è poggiata su motivazioni e aspirazioni che si intrecciano con la sua sofferenza e le sue ferite personali.

Come diceva Carl Gustav Jung il medico (o lo psicologo o l’analista) è un’anima ferita e quella ferita è nello stesso tempo la feritoia attraverso la quale può aiutare, curare e guarire gli altri.

Gianluca Minella, psicologo e psicoterapeuta, analista junghiano