La psicoterapia si svolge attraverso il colloquio psicologico, una relazione unica e speciale mediante la quale è possibile attraversare la propria storia personale: entrare in contatto con emozioni e sentimenti, affrontare nodi irrisolti e conflitti, affrontare lutti molto spesso non sufficientemente elaborati, esplorare zone d’ombra, affrontare difficoltà relazionali, scoprire risorse e potenzialità, diventare se stessi ossia donne e uomini liberi e consapevoli.

Il mio modello teorico e operativo di riferimento è la Terapia Analitica fondata da Carl Gustav Jung,  psichiatra e psicoterapeuta allievo di Sigmund Freud che ha creato e sviluppato uno dei più affascinanti filoni e modelli di psicoterapia apprezzato oggi non solo in Italia ma soprattutto a livello internazionale.

Un ricercatore del profondo la cui opera rimane ancora oggi in parte sconosciuta e meritevole di continuo approfondimento e rinnovamento, la cui visione del mondo si presta a comprendere la complessità contemporanea, la vertiginosa mutazione antropologica che sta attraversando il nostro tempo.

Nella psicoterapia junghiana oltre la tecnica del colloquio e la pratica della relazione analitica nel setting sono di grande importanza l’analisi dei sogni e l’immaginazione attiva. Per Jung nella prima parte della vita l’individuo ha come scopo principale l’adattamento, affermarsi nel mondo. Nella seconda parte della vita “diventare se stessi”, trovare la propria autenticità e unicità.

La psicoterapia ad orientamento analitico junghiano è un trattamento di elezione:

  • nel sostegno psicologico in genere;
  • nelle difficoltà relazionali;
  • nell’affrontare lo stress e il burn-out;
  • nell’elaborazione del trauma;
  • nell’elaborazione del lutto;
  • nei disturbi d’ansia e di panico;
  • nelle fobie;
  • nella depressione;
  • nell’attraversamento del lutto;
  • nei disturbi di personalità;
  • nel sostegno psicologico alle psicosi;
  • nelle dipendenze:
  • nella crescita ed evoluzione personale.

Per Carl Gustav Jung il sintomo è molto spesso una espressione della psiche che non ha trovato il significato della vita.

Una visione dell’essere umano, quella di Carl Gustav Jung, non fondata sulla patologia bensì sullo sviluppo delle risorse e del potenziale di guarigione che ognuno di noi porta dentro di sé.

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