La terapia psicologica consiste nel colloquio psicologico, una relazione molto speciale mediante la quale è possibile ricostruire la storia personale, entrare in contatto con emozioni e sentimenti, affrontare nodi irrisolti e conflitti, attraversare perdite molto spesso non sufficientemente elaborate, esplorare le zone d’ombra, affrontare difficoltà relazionali, scoprire risorse e potenzialità, diventare se stessi ossia donne e uomini liberi e consapevoli.

Mentre lo psichiatra è un medico specializzato in psichiatria che può prescrivere psicofarmaci, in molti casi utili e spesso indispensabili al trattamento sintomatico dei disturbi psichici, lo psicologo è un laureato in Psicologia che, dopo aver effettuato il tirocinio previsto dalla legge e superato un l’Esame di Stato, si è iscritto all’Albo degli Psicologi.

È abilitato fare diagnosi, somministrare Test Psicologici, studiare ed intervenire in tutti quegli ambiti in cui si richieda la sua competenza di specialista della psiche, ma non è qualificato per praticare la psicoterapia.

Lo psicoterapeuta è uno psicologo oppure un medico iscritto al proprio ordine professionale, che ha successivamente intrapreso il percorso specialistico della psicoterapia in una delle scuole quadriennali riconosciute dal Ministero.

Lo psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico  è uno psicoterapeuta che ha inoltre effettuato un percorso di analisi personale e didattica. Il suo orientamento teorico e operativo si rifà agli studi, alle ricerche e all’esperienza clinica dei padri fondatori come Sigmund Freud, Carl Gustav Jung, Alfred Adler, Jacques Lacan, Sandor Ferenczi, Melanie Klein, Anna Freud, Margaret Mahler, Donald Winnicot, Wilfred Bion, solo per citare alcuni degli innumerevoli psicoanalisti che hanno alimentato questo fecondo filone di ricerca e pratica psicoterapeutica.

Il mio modello teorico e operativo di riferimento è la Terapia Analitica fondata da Carl Gustav Jung,  psichiatra e psicoterapeuta allievo di Sigmund Freud che ha sviluppato uno dei più affascinanti filoni e modelli di ricerca apprezzato oggi soprattutto a livello internazionale. Un ricercatore del profondo la cui opera rimane ancora oggi in parte sconosciuta e meritevole di approfondimento, la cui visione del mondo si presta a comprendere la complessità contemporanea, la vertiginosa mutazione antropologica che sta attraversando il nostro tempo.

Nella psicoterapia junghiana oltre che la tecnica del colloquio e la pratica della relazione analitica nel setting sono di grande importanza l’analisi dei sogni e l’immaginazione attiva. Per Jung nella prima parte della vita l’individuo ha come scopo principale l’adattamento, affermarsi nel mondo. Nella seconda parte della vita “diventare se stessi”, trovare la propria autenticità e unicità.

La psicoterapia ad orientamento psicodinamico è un trattamento di elezione:

  • nel sostegno psicologico in genere;
  • nelle difficoltà relazionali;
  • nell’affrontare lo stress e il burn-out;
  • nell’elaborazione del trauma;
  • nell’elaborazione del lutto;
  • nei disturbi d’ansia e di panico;
  • nelle fobie;
  • nella depressione;
  • nell’attraversamento del lutto;
  • nei disturbi di personalità;
  • nel sostegno psicologico alle psicosi;
  • nelle dipendenze:
  • nella crescita ed evoluzione personale.

Per Carl Gustav Jung il sintomo è molto spesso una espressione della psiche che non ha trovato il significato della vita.

Una visione dell’essere umano non  fondata sulla patologia bensì sullo sviluppo delle risorse e del potenziale di guarigione che ognuno porta dentro di sé.