Interventi chirurgici sotto ipnosi
Sono sempre più frequenti le operazioni chirurgiche sotto ipnosi. Utilizzare tecniche di induzione ipnotica rappresenta una rivoluzione nel campo dell’anestesiologia moderna e consente di evitare l’utilizzo massivo di farmaci e di ridurre in maniera significativa lo stress correlato all’intervento chirurgico.
Il 21 agosto il Prof. Enrico Facco, docente di Anestesia e Rianimazione del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova e specialista di terapia del dolore ha preparato in ipnosi una donna di 42 anni ad un’operazione di melanoma alla coscia senza alcuna anestesia: ma anche senza alcun dolore! Per anni con forti reazioni allergiche ai farmaci anestetici l’ipnosi era l’unica possibilità di cura.
E ha funzionato perfettamente. La donna ha dichiarato di non aver sentito nulla durante l’intervento e i suoi parametri pressori e cardiaci si sono mantenuti stabili per tutta l’operazione.
Mercoledì 31 luglio 2019, un paziente è stato sottoposto a operazione di craniotomia ed evacuazione di ematoma sottodurale all’Unità Operativa di Neurochirurgia dell’Ospedale di Legnano, diretta dal dottor Roberto Stefini.
La particolarità dell’intervento è stata la mancata sedazione tramite anestesia sostituita da quella con l’utilizzo dell’ipnosi.
Dopo una preparazione preliminare di tre sessioni per verificare la sua capacità di raggiungere lo stato di trance, l’uomo durante l’intervento non ha ricevuto la somministrazione di alcun farmaco.
I medici sono ricorsi esclusivamente a una minima infiltrazione di anestesia locale a livello cutaneo dopo averla incisa, a seguito di una sensazione di disagio evidenziata dal viso del paziente attraverso comunicazione non verbale.
Conclusa l’operazione chirurgica, il paziente è stato immediatamente riportato in reparto in completo relax, riferendo una sensazione di benessere.
Il neurochirurgo Andrea Cividini, che si sta diplomando al “Centro Italiano Ipnosi Clinico Sperimentale” di Torino, spiega nel video com’è possibile operare sotto ipnosi:
“Non dobbiamo porci l’obiettivo di sostituire con l’ipnosi le pratiche anestesiologiche. Nel momento di divaricazione dei tessuti, sul volto del paziente è comparsa una smorfia di disagio e siamo intervenuti con una piccola anestesia locale sulla cute. Per ricorrere all’ipnosi, bisogna capire se il paziente concorda con la procedura, testare la sua capacità di andare in trance e verificare se è sufficientemente profonda per sopportare l’intervento chirurgico. Desideriamo rendere l’esperienza della sala operatoria non solo libera dal dolore, ma nel complesso, addirittura piacevole”;
“La durata di un intervento può rappresentare un limite, così come il fatto che alcune operazioni richiedano che il paziente assuma posizioni scomode, mentre l’ipnosi comporta un rilassamento del corpo. Ci sono diverse tecniche di trance, io preferisco focalizzare l’attenzione sul respiro o su un punto in particolare del campo visivo. Per sviluppare l’analgesia, si utilizzano diverse tecniche: al paziente ho fatto ricordare com’è la sensazione di avere una mano nel ghiaccio e sentirla anestetizzata. Durante l’intervento, il signor De Bernardi ha rivissuto un ricordo di lui da bambino che giocava a palle di neve con gli amici. Il procedimento dell’ipnosi, definito “regressione d’età”, conduce il paziente in un luogo sicuro in cui rivivere le proprie emozioni”.
L’ipnosi può essere anche un efficace strumento per preparare il paziente a grandi interventi chirurgici, per diminuire l’ansia e lo stess preoperatorio così come il recupero post-operatorio.
Quando il paziente riesce ad accedere a profondi stati di rilassamento l’umore migliora e la fiducia in chi lo sta curando permette di attivare più facilmente il suo potenziale di guarigione.
Gianluca Minella