L’emergenza del sogno. Viaggi onirici al tempo del Covid-19.

Dalla suggestione di queste tre parole nasce il lavoro esplorativo di cinque psicoterapeute psicodinamiche, su come l’inconscio collettivo notturno possa raccogliere, elaborare e raccontare un momento storico contraddistinto dalla pandemia Covid-19. 

Durante il lockdown italiano, da marzo a maggio 2020, sono stati raccolti dalle autrici più di 200 sogni di adulti e di bambini, e analizzati secondo le direttrici delle tematiche archetipiche che emergono dalla scena onirica. 

Emergenza racchiude in sé significati antichi: l’atto dell’emergere, salire in superficie, uscir fuori dall’acqua all’improvviso. In senso figurativo è il diventare noto e visibile. Tuttavia emergenza richiama anche l’idea di una difficoltà improvvisa e inaspettata a cui dover far fronte, da superare, bloccare, contro cui lottare. Si è recentemente polarizzato solo il significato di allarme, ma la valenza altra di emergenza ci riporta al suo valore iconico potente e psichico. 

Ecco che il sogno in emergenza racchiude in sé il doppio senso. Nel periodo di quarantena l’emergenza ci restituisce il valore del portar fuori mentre siamo obbligati a stare dentro, chiusi nelle nostre case. 

Ecco la meraviglia, la ribellione del sogno, che ci dà uno spazio nell’assenza, un movimento nel blocco, un tempo nell’attesa, dove far riaffiorare vissuti, racconti e immagini di noi. 

Perché un testo quale “L’emergenza del sogno”? 

Il primo bisogno è stato rispondere a una intima necessità nutritiva della nostra psiche. Stare in contatto con il materiale psichico rappresenta il quotidiano lavoro del terapeuta in seduta e la quarantena ha bloccato improvvisamente la possibilità di accesso a questo mondo. Parallelamente l’esterno è arrivato a noi sotto forma di sogni, in cui particolari tematiche comuni cominciavano a venire alla luce. Da qui è nata l’idea che stessero emergendo delle immagini archetipiche portatrici di un senso. 

Il testo non ha come scopo l’interpretazione analitica individuale dell’immagine onirica bensì la descrizione del movimento collettivo della psiche. 

Nel capitolo I, “Il sogno e il trauma”, il lettore viene accompagnato attraverso un percorso ascensionale che dalle radici storiche sullo studio del sogno raggiunge il corpo del pensiero psicologico sul trauma, declinandolo nella sua accezione individuale e collettiva. La prospettiva di analisi raggiunge le ramificazioni del trauma collettivo e del sogno riflettendo su come l’inconscio collettivo si attivi in una società ferita. 

Il sogno nella tradizione ha il valore di specchio: permette di comprendere la cultura dentro il singolo e allo stesso tempo di riconoscere quanto l’individuo ne sia influenzato (De Bellis G., 2005). Proprio in tali contesti il sogno mantiene valore prospettico, predittivo, magico, di potenziale creativo rispetto a ciò che verrà, al futuro che ci aspetta. 

Nelle molteplici visioni che accompagnano gli approcci al sogno ciò che affascina è l’attenzione alle immagini oniriche considerate come un eidolon, una forma puramente psichica, con una propria dignità che immerge nella profondità del mito. 

Il contributo essenziale della psicologia analitica, con i suoi richiami archetipici, si ravvisa nella lettura del sogno come traghettatore tra istanze psichiche inconsce soggettive e personali e istanze psichiche collettive, che rimandano a immagini mitologiche e archetipiche, ma che singolarmente si ripropongono anche nell’immaginario onirico individuale. In particolari periodi storici, dove la collettività si trova ad affrontare degli eventi traumatici caratterizzati da scarsa prevedibilità, impossibilità di controllo e fratture del continuum esperienziale collettivo si amplificano i campi archetipici di ricerca di significato. 

Il capitolo fornisce, inoltre, una panoramica dei più recenti studi sugli effetti psicologici di epidemie e pandemie. 

Si accompagna il lettore attraverso una serie di ricerche nazionali e internazionali, per riflettere sulle possibili conseguenze psicofisiche a lungo termine correlate al Covid-19. Il distanziamento sociale, l’isolamento, la 

malattia e il lutto hanno scardinato le certezze e la trama di una quotidianità ben strutturata. La crisi finanziaria e la preoccupazione per il futuro lavorativo ed economico sono intervenuti come elementi di rischio trasversali alle diverse fasce sociali. Molte persone, in seguito al lockdown, hanno dovuto chiudere le proprie attività, in numerosi casi hanno perso il loro lavoro. Questa condizione segna fortemente l’individuo con possibili ricadute psicopatologiche; gli studi segnalano un aumento del tono depressivo, indipendentemente dall’avere tratti di personalità a rischio (Pelzer, B. et al.,2014) oltre ad un incremento del tasso di suicidi (Reeves, A. et al., 2014). 

Solitamente quando un trauma colpisce la psiche si verifica una frammentazione della coscienza in cui i diversi pezzi o complessi si organizzano secondo certi modelli arcaici o archetipici. Attraverso questa dissociazione una parte dell’io regredisce e l’altra parte progredisce, cresce velocemente e si adatta al mondo esterno spesso sotto forma di un falso Sé (Kalsched, 2001). 

Nel capitolo II, “Il sogno nel trauma: la ricercasi illustra un lavoro di ricerca sull’inconscio onirico collettivo in situazioni di trauma. Lo studio descrive la raccolta e l’analisi di numerosi sogni durante il periodo di lockdown in Italia: 216 sogni in un arco temporale che va dal 19 marzo al 3 maggio 2020, per un totale di 75 sognatori dai 3 agli 80 anni. 

I sogni sono stati raccolti tramite messaggi, invio di foto dei propri scritti e registrazioni vocali. In prima fase sono stati sistematizzati secondo variabili appartenenti ai sognatori quali età, genere, luogo di provenienza e professione. Successivamente, all’interno di un’analisi della struttura narrativa, sono stati individuati dei temi ricorrenti. 

Il gruppo di lavoro, composto da cinque psicoterapeute psicodinamiche, ha lavorato in sinergia per leggere e tradurre le immagini oniriche pervenute con l’obiettivo riflettere sul movimento dell’inconscio collettivo durante un periodo di fragilità collettiva. Era importante vedere quale quadro potesse emergere da quella tavolozza di colori, quale sinfonia comune ci fosse in quelle diverse note melodiche, a volte molto cupe, altre volte leggere come le note di un valzer. 

In questi scenari onirici sono stati accolti le radici simboliche delle immagini, il gioco degli opposti, i paradossi, le ombre, le trasformazioni, quali linee guida che hanno sostenuto la lettura dei sogni e sono diventate strumenti utili per contestualizzare, riflettere, interrogarsi sul significato profondo e analitico di un momento storico di grande crisi umanitaria. 

Sono stati individuati temi archetipici comuni ai diversi sognatori, che si riferiscono alle esperienze originarie della nascita, della morte, della lotta, del terrore di fronte alle forze della natura, degli ostacoli interni o esterni da fronteggiare, degli animali e dei simboli sacri. Nei temi si intrecciano racconti di fuga, pericoli, inseguimenti, minacce. Si evidenzia il bisogno di appartenere a qualcosa, a qualcuno, ma allo stesso tempo il timore di perdersi e confondersi nella massa. Nello specifico i cinque temi che vengono descritti sono quelli maggiormente rappresentati dai sognatori: Covid, blocco, lotta e guerra, cibo e aiuto. 

Si è inoltre analizzata l’ambientazione onirica, che ha permesso di avere una lettura più dettagliata e puntuale sulla sceneggiatura del sogno. La definizione del luogo ha consentito di valutare dove l’azione del sognatore venisse collocata, su un asse che potremmo sintetizzare come “estroversione versus introversione”. Nell’analisi si trovano luoghi intimi e chiusi come la casa e le sue stanze, luoghi di formazione come scuola o lavoro, o paesaggi che spaziano dalla montagna alle strade affollate di una città. Il focus dell’analisi, successivamente si è ristretto sui protagonisti dell’azione (personaggi umani, personaggi fantastici ed animali) e sugli elementi scenici utilizzati (elementi naturali ed architettonici). È stata infine posta attenzione ai colori verbalizzati nei sogni con conseguente analisi simbolica. 

Altra variabile fondamentale è stata la dimensione temporale in cui venivano collocate le azioni. Lo snodo tra passato-presente-futuro ha aiutato a delineare la spinta dinamica dell’immaginario collettivo. 

Il capitolo si conclude con i sogni dei bambini, focalizzando l’attenzione ed il pensiero sulle sfumature e i contenuti del differente linguaggio onirico. I bambini hanno narrato 31 sogni ricchi di aspetti simbolici, spesso costellati intorno ai personaggi fantastici, la cui presenza nell’intero campione raccolto si ravvisa quasi esclusivamente nelle loro narrazioni. Nella dinamica presentata i personaggi fantastici assumono una connotazione prevalentemente negativa nell’azione. Draghi e robot che mangiano la città, mostri da cui fuggire o da combattere. 

In questo viaggio nei meandri del regno di Orfeo il processo di individuazione continua ad essere il motore nonostante la potenza distruttiva della pandemia. Le immagini oniriche evocano il bisogno costante dell’Anima di mettere in connessione le risorse e le difficoltà di fronte ad un trauma collettivo. 

Il sogno è un luogo di incontro, un dialogo con l’altro, è l’antichità della piazza e delle storie che l’hanno attraversata. Nella notte il sogno permette alla psiche di viaggiare ma soprattutto restituisce al protagonista la possibilità di sostare nell’attesa. È il “sapere stare” nella stasi che ha accomunato tutti noi nel mondo diurno. 

Siamo onorati di essere potuti entrare in punta di piedi in questa piazza popolata da storie collettive che convivono con racconti di vita personali e unici a cui ci è stato dato accesso. 

AA.VV., L’emergenza del sogno. Viaggi onirici al tempo del Covid-19, Paolo Emilio Persiani Editore (Collana Temenos), Bologna, 2021.