Alle sorgenti di Sìva e Dioniso. Le vie dei misteri tra Oriente e Occidente

“Quando invero il dio entra possente nel corpo, fa dire il futuro a coloro che infuriano […] ancora lo vedrai sulle rocce di Delfi, balzare con torce di pino sul pianoro tra i due picchi, brandire e scuotere il ramo bacchico, lui grande attraverso tutta l’Ellade”, (Euripide, Baccanti)

Dioniso è il dio più vicino all’uomo: il divino e l’umano collaborano alla sua nascita e al suo processo vitale.

Nell’umano il dio risorge come dimensione estatica e misterica; espandendosi al pathos il dio entra nel tempo.

Il mito di Dioniso percorre la storia dell’Occidente, dal tramonto dell’era classica fino all’ellenismo; in quanto dio che muore e rinasce si prolunga nel Cristianesimo. Risorge nel pensiero occidentale. Dioniso attraversa così Euripide, la nascita della tragedia di Nietzsche, ispira il pensiero di Bataille, percorre la storia del selvatico fino agli eremiti e ai banditi medievali, esplode in Picasso, attraversa gli studi di Freud, porta Jung sino in India con le ricerche sulla Kundalini.

Si torna all’Oriente, all’origine stessa di Dioniso in Sìva (2600 a.C.), espressione divina del vagabondaggio della mente e dell’erotismo.

Questo lavoro si conclude con il poeta Kālidāsa e la sublime poesia che porta alla luce la pienezza e la bellezza del femminile, espresso nella grande dea Pārvatī. In lei si incrociano la dimensione celeste e quella naturale, una coniunctio nel tempo del suo divenire.

Questo viaggio non rientra nella storia delle religioni, ma è un tentativo di dare una narrazione all’incontro tra il soma e la psiche visto dalla prospettiva della psicologia del profondo di derivazione junghiana.

Marco Gay; Anna Periz, Alle sorgenti di Sìva e Dioniso. Le vie dei misteri tra Oriente e Occidente, Paolo Emilio Persiani Editore (Collana Temenos), Bologna, 2021.