Ci sono fiabe che hanno più o meno la stessa struttura. Un re ha tre figli, i primi due, quelli maggiori, sono i più amati e ammirati mentre il terzo è considerato un incapace, un folle, un inetto.
A un certo punto c’è un compito importante da svolgere come per esempio sconfiggere un drago oppure trovare il tesoro.
I figli più grandi vengono incaricati di portare a termine l’impresa ma nonostante la fiducia sia riposta tutta su di loro e partano in sella a due stupendi destrieri e con un’imponente armatura, non riescono a concludere nulla e anzi tornano sconfitti.
È a questo punto che il terzo figlio, partendo tra le risa generali, vestito di stracci e cavalcando un asino porta a termine l’impresa ed eredita il regno.
La psicologia analitica vede in questa struttura narrativa un tema archetipico ricorrente che ha a che fare con lo sviluppo psichico e con il processo di individuazione.
Veniamo al mondo in un contesto che non abbiamo scelto e nel faticoso cammino di adattamento, siccome dobbiamo sopravvivere, inevitabilmente sviluppiamo alcune capacità a scapito di altre, impariamo a fare molto bene alcune cose ma rimaniamo inevitabilmente indietro in altre, sviluppiamo alcune risorse mentre altre rimangono assopite nelle profondità dell’Inconscio.
Quando però dobbiamo intraprendere un compito importante oppure siamo al crocevia della nostra vita, quando l’imperativo diventa quello di diventare pienamente noi stessi, è necessario attingere a forze ed energie che non abbiamo mai conosciuto, incarnare un nuovo atteggiamento, integrare ciò che di noi non conosciamo perché è rimasto indietro.
Per conquistare il regno è necessario il folle, l’ingenuo, colui che fino ad allora è stato disprezzato e non considerato, il non adattato e il non adeguato, il debole, colui che in termini intrapsichici rappresenta un vero e proprio stato di inferiorità.
La funzione inferiore rappresenta il nostro stato di inferiorità psichica che tuttavia se riusciamo a contattare, incarnare, darle il giusto spazio può diventare un vero e proprio motore di rinnovamento, trasformazione e individuazione.
Siamo qui oggi a Roma ad intervistare Federico de Luca Comandini. Questa premessa ci permette di addentraci più facilmente nel tema della “funzione inferiore” per iniziare a rivolgergli alcune domande. Carl Gustav Jung inizia a parlare in modo sistematico della “quarta funzione” o“funzione inferiore” nei Tipi psicologici. Se una “funzione psicologica” può essere considerata una certa forma dell’attività psichica, un modo della psiche di manifestarsi che rimane fondamentalmente uguale a se stesso in circostanze diverse, “funzione inferiore” è un termine che Jung utilizza per indicare quella funzione che nel processo di progressiva differenziazione psichica rimane in arretrato, indietro.
“La funzione inferiore”: Gianluca Minella intervista Federico De Luca Comandini
L’attualità del pensiero di Carl Gustav Jung. Sguardi, pensieri, riflessioni
Federico De Luca Comandini si è formato a Zurigo con Dieter Baumann e Marie-Louise von Franz. È membro della IAAP (International Association of Analytical psichology) e didatta dell’AIPA (Associazione Italiana di Psicologia Analitica). Docente e conferenziere in Italia e all’estero, autore di numerose pubblicazioni italiane e internazionali. Vive e lavora a Roma.
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