Lavorare senza offendersi. Come gestire emozioni e conflitti.

Quando si lavora in azienda una fetta rilevante del tempo è spesa ad “offendersi” o in “ritualità inutili”.

Questi meccanismi sono spesso rivolti a proteggere il proprio status invece che al raggiungimento degli obbiettivi condivisi.

È importante riportare le energie dentro di sé per poterle poi convogliare verso gli obbiettivi concordati, per evitare sprechi di tempo.

Il tempo perso non solo è buttato, ma spesso è dedicato a creare danni, a sprecare energia preziosa alimentando circoli viziosi, con una ricaduta ovvia sul livello di produttività e sullo stress personale e generale.

Imparare a relazionarsi con se stessi e con gli altri può interrompere “i molti teatrini dell’offesa reciproca”, dello status e dell’immagine protettiva che bisogna sostenere per motivi di adattamento e di amabilità.

Molte energie vengono spese infatti a sostenere ruoli e maschere, risorse che vengono sottratte dal raggiungimento degli obbiettivi.

E di chi è la colpa? Di nessuno: siamo stati educati così. Lavorare sulla qualità delle relazioni vuol dire imparare a diventare noi stessi, stare nel flusso del presente e dell’esperienza concreta. Siamo stati assunti per fare il nostro lavoro e raggiungere gli obbiettivi. È essenziale passare allora da una “guerra di maschere” ad un confronto concreto e umano sulle esperienze reali. Questo atteggiamento produce serenità e alza la qualità della vita sul lavoro.

Questo libricino di Emma Rosemberg Colorni, introdotto da Francesco Varanini, è un utile ausilio per chi lavora, per formatori, coach e counselor che si confrontano quotidianemente con la sempre più complessa realtà aziendale. L’autrice, che si occupa di coaching emozionale, di consulenza aziendale nell’ambito della risoluzione dei problemi e dei conflitti e di formazione, ha raccolto in questo libro, in modo organico ed efficace, molte conoscenze e tecniche intergrandole in una prospettiva del tutto personale o originale. Come sottolinea Francesco Varanini il libro non si fonda su citazioni e riferimenti, ma mette alla luce la personalità di un’autrice che “avendo fatto un lavoro su di sé, ha raggiunto un certo equilibrio emozionale e perciò non ha bisogno di ostentare la profondità del prorpio peniero. E usa le parole utili per noi”.

Il percorso di crescita ed evoluzione personale si fonda sulla lettura di libri, viaggi, esperienze personali, gioie e sofferenza. È così che ognuno di noi si costruisce la propria vita.

Dunque un libro scritto con un linguaggio semplice, come un libro di cucina le cui ricette sono state provate prima dalla cuoca, che ci insegna come lavorare su di sé per disidentificarsi dai propri atteggiamenti di offesa (in latino offendere: urtare contro), a disinnescare gli automatismi che ci impediscono di risolvere naturalmente i conflitti che ci alienano da noi stessi e dagli altri per ritrovare la nostra naturale ricerca di comportamenti liberi e creativi, la soddisfazione in ciò che facciamo, l’entusiasmo divivere nel presente.

Non sentirsi più offesi significa superare l’imbarazzo, accettare di vivere fino in fondo e in modo totale le proprie emozioni e attraversare il dolore necessario che la vita porta con sé per conseguire il vero potere che è “la libertà di essere responsabili”.

 

Emma Rosemberg Colorni, Lavorare senza offendersi, Guerini e associati, Milano, 2008